PREMESSA
Fin dai primi anni della costituzione del Gruppo ANMI di Avellino, fu un grandissimo desiderio dei Presidenti, del Consiglio Direttivo e di tutti i Soci dotare la città di Avellino di un monumento che potesse ricordare ai posteri l’eroismo, il coraggio e senso del dovere , dei Marinai Irpini, che hanno fatto grande la nostra Marina e onorato la nostra Patria.
Fu così che si volle erigere un’opera, semplice nelle sue grandi linee e massiccia nel suo insieme, così come l’aveva ideata un altro Irpino: Carmine Fernando VENEZIA, che offrì, in ricordo della Marineria d’Irpinia, la sua opera di progettista e di scultore.
La messa a punto dell’opera al rustico fu offerta da Giuseppe BOMBACI ZAGARI.
I lavori in marmo furono eseguiti da Mario COZZOLINO; i lavori in bronzo furono eseguiti dalle Fonderie “BORRELLI” di Nocera Inferiore:
I cimeli di carattere marinaro furono forniti dal Comando in Capo del Dipartimento Marittimo di Napoli ( all’epoca del Comandante in Capo Ammiraglio di Squadra Aldo BALDINI).
L’abbellimento della zona nell’ambito dei giardini di piazza Kennedy la curò l’Assessore del ramo, Dr Enzo VENEZIA. L’assessore CORTESE fu instancabile nel curare l’abbattimento delle barriere burocratiche , unitamente a GALASSO.
Concorsero solidamente a che l’Opera si realizzasse : la M.O.V.M. Sottovente di Vascello Alessio DE VITO, convogliando i contributi degli innumerevoli suoi estimatori, sparsi per il mondo; il Socio Lorenzo TRIMARCO, nativo di Montella , residente a Philadelphia, già naufrago del Sommergibile “EMO”, dando un contributo considerevole come solo un cuore di marinaio sa fare.
Ricevettero comprensione ed aiuto da Lorenzo DE VITTO, Assessore al P.I. e Cultura della Giunta Regionale della Campania; dall’Avv. Mario GOMEZ d’AYALA, Presidente del Consiglio Regionale della Campania; dal Dott. Alfredo CURTO, Ispettore Capo Dipart. Forestale; dal Comm. Paolo SPERANDEO, che diede il primo congruo contributo, dopo di ché si incominciò a ben sperare; dall’Associazione Costruttori Edili Irpini ed dai Giovani alunni di molte Scuole Elementari, Medie e Medie Superiori della nostra ’Irpinia ; dai Sigg. Sindaci dei Comuni di Rotondi, Gesualdo, Caposele, Monteforte Irpino ed Avellino.
Molto incisiva fu la collaborazione del Sig. Provveditore agli Studi di Avellino, Prof. Mario PINTO. Ci furono vicino le locali filiali della Banca Nazionale del Lavoro e la Banca Popolare dell’Irpinia, nonché Presidenti e Direttori di alcuni Enti Benemeriti.
Un discorso a parte va fatto per la spontanea e decisiva collaborazione del Cav. Uff. Celestino GENOVESE, Rappresentante dei Soci simpatizzanti del Gruppo in seno al Direttivo dell’ANMI. Celestino dall’alto della sua proverbiale esperienza, dalle innumerevoli amicizie, da lui acquisite nel corso della sua lunga e laboriosa vita, spesa con tanto altruismo, fu un collaboratore insostituibile!
A cornice di tanta buona volontà, di tanto sano ideale, ci fu al gran completo, la spinta morale degli appartenenti all’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – gruppo M.O.V.M. “Stanislao ESPOSITO” di Avellino ( Così allora era denominato il nostro Gruppo).
Il ruolo di Madrina del nostro monumento fu assolto dalla N. D. Prof.ssa Nicolina LA PENNA, gentile rappresentante di quell’Alta Irpinia che tanto ci stava a cuore, nativa di Bisaccia, sorella minore del Tenente di Vascello Bartolomeo LA PENNA , Comandante del Smg.“SMERALDO” saltato su una mina con la bella unità tra il 16 e 26 settembre 1941 al largo della Tunisia.
Avremmo voluto che il giovane Comandante LA PENNA (che tanti ricordano con affetto, che tanto ancora parlano della sua perizia , del suo coraggio, della stima e considerazione del proprio equipaggio) fosse stato presente tra noi tutti , così bene rappresentato da quella sorella, che lui chiamava bambina e che tanta amava!
Nel parco urbano di Piazza Kennedy , che dal 24 giugno 1979 – giorno dell’inaugurazione – fu posto un monumento-ricordo: un settore di mare ed una reliquia dell’epoca.
La dura roccia d’Irpina, materna e secolare, e una dedica che è tutta poesia.
Nei versi del canto dell’IGNOTO, tutti i caduti, sono raccolti come in un Grande Sacrario:
La prora d’una nave fusa in bronzo dorato, le quattro Repubbliche Marinare ed una corona d’alloro su tutto…. La croce dell’ancora, come muta preghiera, e nel cielo lo sventolio del tricolore.
Al Piazzale Kennedy, nel volo di una tortora e nel canto d’un uccello, le memorie d’un vecchio, il sorriso d’un bimbo: un raggio di sole sui bianchi massi di travertino, nella verde pace della pineta.
Sotto la prora della nave venne collocato un contenitore contenente un rotolo sul quale furono riportati i nomi dei 278 Marinai Irpini che, nel corso delle varie guerre, hanno sacrificato la propria vita per il bene della Patria.
- TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA ( 1866)
Nella storia della Marina Militare Italiana, sorta dalla fusione delle marinerie dei piccoli Stati Risorgimentali come la Marina Sarda, Napoletana ecc. ,nel 1861, troviamo i primi Marinai Irpini caduti nell’adempimento del loro dovere sulle navi dello Stato Unitario a partire dalla battaglia di Lissa (20.luglio 1866).
I nostri primi caduti del mare, furono: